Un pomeriggio alle corse di San Rossore per Seconda Cronaca [Marzo, “pianeta ippodromo”], ma anche in giro per Barbaricina con il caporedattore per annusare i profumi di cio’ che era. Il colpo inaspettato delle gabbie che a un metro di distanza si aprono liberando energie e aspettative, speranze. Tutto e’ sincopato. Alla calma che precede la corsa segue un torrente in piena che si sa’ verra’ arginato in mezzo giro, qualche volta uno o addirittura due. Poi di nuovo calma, il rito si ripete con un ritmo che ti spiazza. Ancora. Cavalli che entrano in pista finalmente liberi di essere quasi-cavalli e che sgroppando corrono verso le gabbie della partenza.
L’adrenalina che ti arriva quando, sdraiato sull’erba accanto alla staccionata, risuoni per lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli che ti passano accanto al galoppo per le gare con handicap. Era la foto per la copertina, il pianeta ippodromo, appunto, da un’idea di Sandro Noto.