La mostra del fotoreporter Francesco Cito organizzata nell’ambito di Seravezza per la fotografia e’ aperta fino al 12 Aprile 2015.
Cito ha mostrato la sua profonda umanita’ raccontando e raccontandosi per i lunghi anni che corrono dall’inizio della sua carriera nel 1972. Scrive con la luce e a parole di guerra (Afghanistan, Palestina, Libano, Kuwait), tradizioni (il Palio di Siena, le Tonnare, l’Ardia che si svolge a Sedilo, le maschere S’urtzu e sos Bardianos tipiche del carnevale di Ula Tirso), cronaca/reportage (Napoli) ma soprattutto parla della vita di tutti i giorni. Parla anche delle giornate, spesso tutte eguali, che vivono i parenti delle persone in stato vegetativo, della loro speranza, del legame forte (a volte simbiotico) con le persone che accudiscono.
La mostra ben organizzata e le stampe di buona qualita’ (mi sono dimenticato di chiedere chi sia lo stampatore) aiutano ad apprezzare il disegno semplice e profondo di chi riesce ad entrare in vero contatto con le persone che ritrae.
La visita alla mostra (e il successivo trasferimento alle cave di Massa) e’ stata organizzata come uscita fotografica del Corso di Fotografia e Fisica della Luce. I pochi amici che sono riusciti a venire (Carolina, Marco, Paola, Greta e Francesca) li trovate qua sotto:
Paolo